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La nicchia. Sogno del 22.9.2005

Poesia 8

Salgo lentamente in alto monte
al convento che domina sovrano
mentre sudore scende nella fronte.

E quando giunto mi sento lontano
per il movimento e confusione
perché, mi domando, è così strano?
Quel vocio di gente: che impressione!
Silenzio predilige luogo santo
e non comprendo questa situazione.

In petto sento il cuore affranto
e per strano, infinito vociare
fuggo perciò veloce via col pianto
che non devo a ciò più sottostare.
Prendo un antro stretto e oscuro
e non so però più dove andare.

Per una porta che mi fa da muro
e mi fa scoprire un’altra vita
con tanti bambini che al sicuro
giocano del calcio una partita
e se sono lontani dal divino
ancora più da loro dipartita.

Qui vedo che vige altro destino
come trasformato da un portento
un'altra porta trovo nel cammino
ed entro veloce come il vento
canne e legno nel tetto riprendo
e in argilla rossa pavimento.

Il pane vedo che stanno cuocendo
tre belle donne con un bel bambino
mentre in un cantuccio sto scorgendo
ben poggiata lì nell’angolino
la mia santa mamma e del Signore
che solo verso lei volge destino.

Inondato mi sento d’amore
così quando rivedo Madonnina
un provenire sento di dolore
come quando mi punge una spina
e m’innesca voglia di condono
mi fa volare via dalla cucina.

E com'ero prima più non sono.
emozione volge verso il pianto
sul passato mio chiedo perdono
così nel luogo povero ma santo
il cuore sento che sta risorgendo
colei che sta in nicchia lì da tanto.

E d’amore mi sta rivestendo
restare qui pertanto le domando
per tutto ciò che mi sta proponendo
con affetto un canto le rimando
ed a gran voce per la prima volta
il padre nostro mi sento cantando.               51