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Son di fronte all'essere più immondo. Sogno del 5.02.2006

Testo  10

“Filo, ma non penso più al domani        1
in momenti lunghi come mai
che fuggono veloci dalle mani”. 

Due bimbi vedo che sono nei guai
sembrano inseguiti dalla morte:
presuppongo questo mai vorrai”.
Prevedo subitanea mala sorte
per il fatto d’essere inseguiti:
in evidenti ragioni distorte. 

I bambini non vanno mai puniti;
fuggendo stanno qui dallo spavento
e li acciuffa quando son sfiniti.
Presagisco loro un gran tormento
uno al collo prende maledetto
e lo mostra senza esca lamento. 

E gridando lo mostra a dispetto
che d’intimidirci sta cercando
e una pietra raccoglie di getto,
scena reagire sta invitando:
velocemente due pietre raccolgo
e le scaglio, ma restano volando. 

Lo sguardo sbalordito quindi volgo 
su ciò che non finisce di stupire
e dolo nei visi affranti colgo;
perché li deve tanto perseguire? 
Con la pietra, quindi, in un secondo 
al bimbo preclude ogni sentire. 

Essere spregevole ed immondo
erge il bimbo per farlo notare
sovrastare quindi in questo mondo;
e mi metto subito a gridare
in viso mi guarda inferocito:
e grida che mi vuole trucidare. 

Ma non gli sopporto il suo spartito
così va più feroce risultando
e mi colpisce quanto concepito
nell'infernale che sta diventando:

a pezzi mi vorrà veder ridotto
da come vedo che mi sta fissando.

Per ammazzarmi parte poi di botto
ma fuggo per potermi preservare
da questo pazzo che mi vuole cotto.
E penando e senza più sognare
ai lamenti Giosa si è svegliata:
chiedendomi perché sto a gridare.    45