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Fattore x, materia oscura oppure...?


.... L’anno 2004 mi vede impegnato nelle osservazioni che insieme alle personali considerazioni sui fenomeni riassumo in diciannove pagine.
Documento che ai primi di giugno decido di trasmettere ad alcune autorevoli riviste scientifiche italiane che sono: Le Scienze, Newton, Astronomia e Scienza & Conoscenza. Ipotizzando un loro eventuale disinteresse mi organizzo la registrazione notarile.
E mentre con Giosa siamo a tavola per il pranzo, sul TG3 Scientifico Leonardo delle 14,45 dell’odierno 9 dicembre scorrono le anticipazioni sulle notizie del giorno, dalle quali ne emerge una particolare che dice: “La scienza è anche mistero!”. Colpito dal particolare annuncio, resto in attesa dell’intero servizio che avviene dopo alcuni minuti e integralmente riporto:
“La scienza é anche mistero! Uno strano fenomeno riguardante l’improvvisa copertura del cielo da parte di un’infinita quantità di fili lunghi e sottili, molto simili alle ragnatele, si è manifestato giorni addietro in Croazia, nella zona di Zmijavci e distante solo alcuni chilometri dalla regione di Imoski.
Bianchi filamenti simili alla tela di ragno s’intrecciano sui tetti delle case, sugli alberi e sui cavi elettrici. La gente si chiede se sia un fenomeno naturale o se invece un ragno gigantesco voglia intrappolarli nella sua ragnatela.”
Riporto anche la reazione di mia moglie che appena sente parlare di fili lunghi e sottili simili alle ragnatele balza d’improvviso in piedi e con mia grande sorpresa e quasi gridando dichiara di avere finalmente capito tutto ciò che anni addietro gli raccontavo, e non credeva, sulle particolari e spregiudicate osservazioni.
Accennandole a gesti che ne avremo riparlato, le raccomando di fare silenzio perché voglio capire ciò che stanno comunicando.
Nel suo viso leggo dello sbalordimento provocato dall'inaspettata notizia e mi sento finalmente leggero e libero dalle catene che in qualche modo sentivo per anni stringermi intorno.
Dal 14 novembre 2000 fino alle 14,45 dell’odierno strano pomeriggio gli sguardi silenziosi e penetranti di mia moglie mi facevano chiaramente capire ciò che pensava della mia nuova condizione: e quel presunto matto ecco che oggi si ritrova improvvisamente riabilitato!
E su questo delicato problema credo che al momento non sia il caso di aggiungere altro.
L’indomani telefono a Elsa Nityama Masetti, Direttore della rivista Scienza & Conoscenza per capire del mio fascicolo e cosa eventualmente ne pensa; risponde di averlo letto e che per esaustive indicazioni dovrebbe comunque riprenderlo.
La risposta mi conferma dell’assoluta inconsistenza positiva sulla considerazione del documento, e ora mi sta diligentemente liquidando.
Così gli racconto della notizia trasmessa dal TG Leonardo e relativa allo strano fenomeno avvenuto in Croazia e collegato al mio lavoro.
Dopo qualche secondo di silenzio risponde sollecitando a rivolgermi immediatamente alla stessa redazione del TG per richiedere copia documentale sulla notizia, per poi trasmetterla direttamente a lei.
Richiesta che grazie alla straordinaria cortesia e tempestività degli impiegati del TG l’indomani stesso ricevo copia in e-mail che altrettanto velocemente invio.
Così che in appena tre giorni mi conferma della pubblicazione che dovrei assemblare in non più di ventimila battute entro e non oltre il sette gennaio 2005.
Ciò che ormai davo per sfumato nel breve volgere di quattro giorni, grazie allo straordinario fenomeno di Imostki, si è realizzato. Così che alla data stabilita rimando per la pubblicazione che avviene a marzo 2005 col titolo:

Fattore x, materia oscura oppure …?
Un percorso iniziato il 14 novembre 2000 dove si descrivono i risultati di alcune osservazioni del sole a occhio nudo, con binocoli e senza filtri protettivi. Lo sviluppo dei dati che hanno permesso il lavoro non é basato sul numero delle osservazioni qui esposte, ma su migliaia. Si parla del Sole, di meteorologia e dei principali sviluppi coinvolti.
I testi ci dicono che le cause che determinano il fenomeno delle precipitazioni sono dovute al vapore acqueo, alla presenza dei nuclei di condensazione e alle caratteristiche climatiche del momento.
Le dimensioni dei nuclei variano da circa 0,003 Micron fino al massimo di un millimetro; e rientrano: cristalli di sale, fumi vari, spore, pollini e polveri; ai quali si aggiungono le alghe unicellulari, i virus e i batteri.
Gli stessi gas Azoto, Ossigeno, Anidride Carbonica, Argon, Neon, Cripto, Xeno che forma l’avvolgimento atmosferico terrestre sono invisibili a occhio nudo. E se in una bella giornata di sole osserviamo l’ambito atmosferico in maniera spontanea e lo vediamo limpido ci viene naturale pensarlo anche pulito e privo di altre particolari sostanze.

L’occhio, la radiazione
Chi vuole dedicarsi all’osservazione del sole a occhio nudo deve prima di tutto pensare di avvicinarsi gradatamente al contatto diretto con la radiazione, che inizialmente disturba un po’ gli occhi per l’intensa luminosità amplificata dal rappresentarsi nell’intorno in modo notevolmente più brillante della stessa luce solare. Intensità dovuta al riflesso della luce sulle particelle presenti nell’atmosfera e che provocano un incredibile, iniziale disturbo all’osservazione.
Se l’osservatore ha la capacità di persistere, è nel volgere di pochi, anche se infiniti secondi che vedrà come d’incanto superata la barriera e finalmente misurarsi con una dimensione inaspettata: con il sole che quindi gli si presenterà molto meno luminoso e brillante rispetto ai primi momenti. Mentre il cielo sarà di un intenso, inaspettato azzurro, come quando in una giornata serena osserviamo distante dal sole.

Osservazioni
Mamoiada, 9 novembre 2001
Ore 15:45. Ciò che in questa osservazione appare alla mia visuale, rispetto a quello che vedono le altre persone che mi sono vicine e guardano il cielo in maniera disinteressata, è una situazione completamente diversa dal solito, quotidiano rappresentarsi. 
Io, infatti, vedo che il sole é quasi rosso e nelle nubi si alternano due differenti colori che sono il giallo e il rosso.
La mia condizione visiva non è la solita abituale, considerata quindi normale, ma durante l’osservazione avviene un profondo cambiamento perché i colori non si rivedono più corrispondenti come normalmente è dagli sguardi fugaci.
Devo rendere comunque evidente che prima, durante e dopo il periodo delle osservazioni, le caratteristiche strutturali delle cose osservate corrispondono perfettamente!
E ogni volta che immediatamente dopo l’osservazione del sole mi volgo a guardare il colore della lampadina accesa, da bianca come normalmente dovrebbe essere, la rivedo invece rossa. Nel pavimento non riesco più a distinguere le diverse tonalità di colore che ritrovo in unico grigio e la campagna circostante appare nera anziché verde.

Lanusei, 13 novembre 2001
Ore 10:30. Osservo a occhio nudo e vedo insetti e moscerini, mentre con l’uso di binocoli intravvedo dei corpuscoli luminosi che attraversano il tratto visivo.
Il loro passaggio è unidirezionale, calmo e quindi lineare. Ogni tanto noto anche degli strani e particolari brillii che sempre sono alternati da brevi pause e determinati dalla presenza fluttuante di lunghi fili sottili simili alle ragnatele; che per l’insolita lunghezza trovo però molto strani.
Dal loro costante moto che quindi modifica la linea sole, fili, osservatore cambia anche il punto di provenienza del riflesso luminoso che si sposta leggermente e che altrimenti sarebbero rimasti invisibili se non fossero stati illuminati dal sole e non mi fossi azzardato in osservazioni tali da sfidarne addirittura la luminosità.
Mi riesce comunque difficile riprenderli tempestivamente, poiché l’aria è calma e ciò rallenta moto e ondulazioni contribuendo alla limitazione dei riflessi. È pertanto molto difficile se non addirittura impossibile riuscire nell’osservazione se non si è particolarmente stimolati.
Colgo altri attraversamenti di varie dimensioni che per la distanza li penso comunque superiori a due o tre centimetri; e se non é fauna volante potrebbero essere sostanze vegetali molto leggere portate in sospensione dalle brezze e dai venti.

Mamoiada, 15 novembre 2001
Ore 15:30. Osservo e rivedo i soliti elementi. Utilizzando i binocoli mi rendo conto che nell’atmosfera le particelle sono molto diffuse sia a grandi altezze sia a livello delle case; e non può quindi trattarsi di fauna volante o di sostanze vegetali perché il loro moto è unidirezionale e le dimensioni delle particelle più grandi sembrano aggirarsi sui cinque, sei centimetri.
Con i binocoli ben regolati e fermi sull’obiettivo se fossero stati insetti, ne avrei chiaramente distinto il movimento alare, che però non c’è!
E siccome sono presenti anche all’altezza delle abitazioni, sono quindi facilmente individuabili quando contrastano con i diversi colori delle case, degli alberi e di tutti gli elementi che s’innalzano dal suolo.
Si tratta di qualcosa di veramente indefinito perché, appena mi sposto dalla particolare linea di osservazione che ora é quasi unidirezionale col sole, li perdo di vista! Da qui la possibilità di capire che oltre la determinata linea spaziale, gli elementi sono davvero invisibili.

Mamoiada, 16 novembre 2001
Ore 9:15. Ieri osservando il cielo in modo disinteressato mi sono accorto che le particelle nonostante fossero vicine al suolo non si possono individuare.
E’ con i binocoli che insieme a degli insetti e ad appena qualche metro dal tetto oggi rivedo i corpuscoli solcare il cielo in parallelo alla superficie della terra, è quindi chiara la differenza del moto, che negli insetti è multi direzionale e se in linea col sole ne distinguo il movimento alare; mentre le altre particelle proseguono in parallelo alla superficie della terra.
Regolo i binocoli per spaziare più lontano e vedo che l’atmosfera è permeata delle strane particelle, compresi anche moltissimi fili lunghi e sottili sempre spazianti lentamente nell’azzurro cielo.
Per quanto riguarda la loro dimensione, l’osservazione mi riconferma che dall’estremo visibile “non escludo quindi anche la molecolare”, varia tra i quattro, cinque centimetri e oltre l’ambiente osservato: è davvero impossibile individuarla! A infinita riconferma dell’efficiente sistema di osservazione.
In questo elemento c’è, infatti, qualcosa di strano che la mimetizza, la rende invisibile rispetto alle nostre usuali capacità. Sicuramente si tratta di qualche straordinario fattore indefinito, “Fattore x”; e comunque stiano le cose serve quindi capire cos’è, cosa determina la sua presenza nell’atmosfera e che ruolo ha.

                                               Interazioni e sviluppi conseguenti

L’esito delle osservazioni atmosferiche mi sta quindi confermando esistenza e presenza costante della straordinaria materia.
Le sue particolari proprietà la inquadrano in un contesto ben determinato e però di natura assolutamente sconosciuta. Con l’individuazione della materia che permea l’atmosfera e che è invisibile, si amplia la nostra conoscenza in una maniera suscettibile di sviluppi per ora imprevedibili, perché mai era stata segnalata tale presenza.
Ne rilevata dalle osservazioni con Telescopi e Radioscopi perché sicuramente non trasmette radiazione percettibile neppure dai moderni Spettroscopi, altrimenti avrebbe fatto parte dell’elenco comprendente il vasto gruppo di sostanze lì presenti.
Dall’osservazione avrete l’opportunità di rendervi conto che in determinate situazioni termiche il Fattore x è distribuito in modo denso e uniforme e dista da voi meno di un metro, di cinquanta e di venti centimetri; in pratica vi avvolge.
Almeno in parte ho anche stabilito che la materia considerata sembra avere un’altra straordinaria proprietà che la porta a reagire addirittura alla sua stessa natura, perché durante il moto se una di queste particelle si sposta fa deviare anche le altre che la affiancano.
Non credo che siffatto processo sia provocato dal vento, poiché ho avuto modo di verificarlo anche sui piccoli spazi, quindi le presuppongo dotate di particolari proprietà; magnetiche?
Se ciò dovesse corrispondere le cause del moto perturbato all'interno delle nubi, sarebbe meglio definito. Considerazione ulteriormente supportata dal riscontro della particolare caratteristica dei fili che in sequenza alternano spazi, o lunghezze di alcuni centimetri che riflettono intensamente la luce rispetto ad altri opachi. 
A modo suo ho visto che interagisce con qualsiasi altra sostanza solida, liquida e gassosa con la quale si rapporta; è, infatti, anche molto sensibile al calore, dalla cui influenza sfugge allontanandosi e stimolandone così il moto.
Nei giorni di alta temperatura non era mai presente in prossimità del suolo, mentre con bassa temperatura la vedevo vicino e ovunque.
Questo è appunto il motivo per cui prima ho detto che in determinati ambienti o momenti termici il F. x è distribuito nell’atmosfera in modo denso e uniforme. Questo è anche il motivo per cui se l’osservazione è eseguita in una situazione di alta temperatura e non sono in atto fenomeni di vento o brezza, non é certo facile riuscire a individuarlo.
Sapendo della presenza di questa enorme massa materiale sempre in movimento e trasparente, e dell’intrinseca sensibilità al calore chiediamoci in che maniera tale moto dovrebbe quindi manifestarsi a noi, e in che misura potrebbe addirittura collegarsi col vento.
Ho associato il fenomeno della formazione e presenza dei fiocchi di neve all’elemento particellare; materia trasparente e con le medesime caratteristiche strutturali e dimensionali degli stessi fiocchi.
Se il fenomeno è osservato in situazioni climatiche di cielo sereno e in condizioni termiche di bassa, media temperatura -0–15 gradi centigradi-, è presente in modo denso e uniforme anche vicino alla superficie terrestre, così che agli occhi dell’osservatore si presenterà una situazione in tutto simile a una precipitazione nevosa, molto densa e con fiocchi di varie dimensioni.
Tale che sembrerà di trovarsi in un ambiente irreale perché durante l’osservazione avrà l’opportunità di ammirare l’atmosfera permeata completamente dall'insolita materia con struttura generale del tutto simile ai fiocchi di neve, appunto!
Durante i momenti di pausa l’osservatore avrà quindi l’impressione di ripiombare improvvisamente nella dimensione –reale?!-, per il semplice fatto che riguardando in modo naturale, lo stesso contesto gli si presenterà nuovamente sereno e pulito, in quanto considerato privo di materia.
Se a questa si associa una considerevole quantità di vapore acqueo, è dall'inevitabile collegamento che quindi presuppongo il loro naturale perturbarsi che in quel punto gli fa rallentare il passo per l’automatico inglobamento della materia intrisa di vapore che gli sopraggiunge e che alla distanza si rende perciò visibile in forma di nube.
Penso quindi naturale che se a tale situazione colleghiamo, anche a quote basse, una notevole riduzione della temperatura: sul F. x il vapore acqueo si condensa, congela e infine si materializza nella reale struttura quando avviene il fenomeno dei fiocchi di neve. Nella particolare situazione, l’irreale su descritto è perfettamente simile!
Lieve differenza consiste con il F. x che si muove nell'atmosfera in parallelo alla superficie della terra; mentre la neve tende in perpendicolare al suolo; e per lo strano mio dibattere che sicuramente considerate, vi confermo che sarà solo attraverso le personali osservazioni che potrete capire l’appena descritto.
Presuppongo inoltre che a causa del suo moto è anche responsabile del fenomeno associato al brillio delle stelle, e se osservate da una distanza superiore a cinque chilometri, anche dell’identica visione concernente il brillio delle luci notturne artificiali.
I fili del F. x possono inoltre permettere ai ragni di –volare!-, e questo grazie al lancio verso l’alto dei fili intrisi di collante che sono prodotti dalla loro filiera, con la possibilità di collegarsi al F. x. 
Mentre i ragni che non formano il collante sono invece costretti a produrre più filo e quindi portati alla formazione di una piccola massa fioccosa e attorcigliata che a causa della leggerezza s’innalza nell’aria con la possibilità di collegarsi ai fili del F. x.
Trasportati anche a grandissime distanze, possono atterrare, dove ritengono opportuno in base alle caratteristiche climatiche e del territorio, che per la loro natura, diversa da una specie all’altra, gli sono quindi adatte; ritrovandoli addirittura nelle altitudini dell’Everest!
Perciò mi ritrovo nelle condizioni di non poter concordare con le argomentazioni scientifiche le quali asseriscono che il moto dei ragni nell’atmosfera é dovuto al fatto che una volta prodotti i fili, per la leggerezza sono portati in sospensione insieme allo stesso ragno. Senza considerare fattori aggiunti!

La presenza del Fattore x nell'atmosfera la considero perciò destabilizzante di varie -scientifiche?!- determinazioni, e certo che nessuno si preoccuperà di prendere in mano un binocolo per verificare, non mi resta che rimandare. …